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Quale futuro per la giustizia tra riforme e referendum?

Lunedì 02 maggio all’Albergo Italia, nella nostra città di Novara, si è tenuto un convengo organizzato dall’Associazione Protagonisti Insieme, in vista del voto che ci vedrà tutti coinvolti in data 12 giugno 2022 sui 5 quesiti referendari in materia di giustizia.
Sono intervenuti all’evento, introdotti dall’onorevole Diego Sozzani, l’avvocato Alessandro Brustia, Presidente della Camera Penale di Novara, l’avvocato Roberto Cota e il professore Gianluca Ruggiero, docente di diritto penale all’Università del Piemonte Orientale.
Sono stati brevemente presentati i 5 quesiti referendari, che riguardano la custodia cautelare, la separazione delle funzioni tra giudice e pm, l’incandidabilità dei condannati, il funzionamento dei consigli giudiziari e l’elezione dei membri del Csm.
“il referendum è uno strumento eccezionale” ha chiarito in apertura l’avv. Cota, “quindi quando andremo a votare il 12 giugno lo faremo perché la giustizia ha dei problemi gravi che non sono stati risolti con gli strumenti ordinari”.
L’avvocato Brustia ha affrontato i problemi dei così detti “giudici fuori ruolo” (di coloro che pur essendo magistrati lavorano nei ministeri), della necessità di avere riforme che siano aderenti alla nostra Costituzione e il tema della valutazione dei giudici.
La riforma Cartabia, tra le altre novità, introduce quella del “fascicolo del giudice”, che dovrebbe rendere più oggettiva ed effettiva la valutazione di ogni magistrato, al fine di evitare scatti di carriera ingiustificati.
Il professor Ruggiero si è soffermato sulla questione della “politicizzazione del Csm”, problema che si trascina da anni. “Un terzo de membri del Consiglio Superiore della Magistratura, infatti, viene eletto dal Parlamento. Come possiamo quindi sostenere la netta separazione tra potere legislativo e potere giudiziario?” ha concluso Ruggiero.
Cota, infine, si è concentrato sul referendum che si propone di limitare la custodia cautelare. “Il carcere – ha detto Cota – dovrebbe essere disposto solo come ultima ratio, per reati gravi e tassativamente previsti dalla legge”.
L’avvocato ha sollevato anche il problema ricorrente, nel nostro ordinamento, del non rispetto dei principi di tassatività e determinatezza, che dovrebbero, invece, informare la legislazione penale.
È stata, infine, sottolineata l’importanza della partecipazione al voto.